Gestire il credito emotivo: da che parte stai?
Non preoccuparti di dare la risposta giusta! Nella nostra vita, a seconda dei casi, ci è capitato di sentirci in un modo piuttosto che nell’altro, anche se ne abbiamo uno preferito che prevale sull’altro.
Entrambe le parti limitano la nostra vita perché sono un’alterazione della realtà e scoprire da che parte preferisci stare darebbe significato ad un destino che sembra inevitabile, immodificabile, con l’obiettivo di virare la nave in tempo, evitando una collisione.
Vivere in credito o in debito emotivo: impatti sulle relazioni e il benessere emotivo
Ci sono persone che nella vita sperano di ricevere dagli altri, senza però chiedere quello che voglio, e quando la loro aspettativa non viene soddisfatta provano delusione e rabbia. Dall’altra parte troviamo persone che danno senza che venga loro chiesto esplicitamente aiuto e che non lo chiedono mai. La tristezza li pervade quando non vengono riconosciuti i loro sforzi, anzi si trovano davanti un muro di indifferenza.
Inconsapevolmente, i primi vivono ogni evento della loro vita come se disponessero di una riserva, una specie di salvadanaio ben ricolmo, i secondi al contrario, come se quella riserva fosse loro negata e il salvadanaio indicasse sempre zero risparmi.
La dinamica del credito e debito: implicazioni sul benessere personale
la persona che si sente in credito, con il mondo, con la vita e dunque con il proprio interlocutore, mantiene un atteggiamento irritato, non chiede mai scusa e, nel momento in cui incorre in un insuccesso, si dimostra convinto, senza il minimo dubbio, che ogni responsabilità vada attribuita a cause esterne e imprevedibili. Assume, così, con arroganza l’atteggiamento di chi pretende un riconoscimento.
Chi si sente debitore, invece, vive costantemente la sensazione di dover dare, di avere un debito esistenziale che non saprà mai del tutto pagare e quando è in difficoltà preferisce cavarsela da solo, senza mai chiedere aiuto. Vivendo in una perenne tristezza, scontento di sé e incapace di gioire delle carezze ricevute per il proprio operato.
Tutto questo limita le nostre relazioni e falsa la comunicazione tra noi e il nostro interlocutore, creando degli importanti ostacoli alla nostra quotidianità.
Coltivare una comunicazione rispettosa superando l’ostacolo del credito vs debito
Quando ci sentiamo in un modo piuttosto che nell’altro, è come se rivivessimo esperienze della nostra infanzia, come se le persone con cui ci relazioniamo richiamano in qualche modo i rapporti del nostro passato, di quando eravamo bambini o adolescenti.
In quei momenti, inconsapevolmente torniamo bambini, ponendoci nei confronti della persona che abbiamo davanti come ci ponevamo, allora, nei confronti delle persone importanti per la nostra vita.
Questo ritornare bambini, può essere legato a delle aspettative che sono rimaste in attesa per tanto tempo e che speriamo che possa accadere qualcosa che cambi la situazione createsi nel passato, con la speranza di ricevere ciò che mi è mancato.
Dentro di noi ci diciamo: “mi sarà finalmente riconosciuto che……”
Ma purtroppo il nostro sogno non si avvererà, perché distorciamo due volte la realtà:
- Tornando bambini perdiamo contatto con la nostra parte Adulta e quindi con la nostra autonomia, bagaglio di esperienze, indipendenza e le diverse opzioni che un adulto può trovare proprio perché ha una competenza di vita diversa da un bambino.
- Le persone con cui ci stiamo relazionando non sono più i nostri genitori, nonni, insegnanti o zii la conseguenza è che ci illudiamo di poter soddisfare delle nostre aspettative che non sono realistiche, perché le persone con cui ci relazioniamo non possono dedicarsi a noi perdendo di vista se stessi.
La conseguenza di questa distorsione della realtà è che quello che speravamo di modificare si concluderà con lo stesso finale di sempre, che confermerà l’idea che ci siamo fatti di noi, degli altri e del mondo.